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POSTATO DA BLOG.ILCAFFEORIENTALE.COM [03/12/2014 14:07]


"Cambio vita". Adriana Pozzi: "Quando le persone contano più dei numeri" 
Inauguriamo la nostra rubrica “Cambio vita” con una nuova amica del Caffè Orientale: Adriana Pozzi. Come è possibile abbandonare una vita cosiddetta “normale”, un posto “sicuro” ed una serie di granitiche certezze professionali in nome dell’Arte?
Molti direbbero che è impossibile, se non addirittura assurdo oppure ingiustificabile. Adriana non è la prima e non sarà certo l’ultima di molte persone che, ad un certo punto della loro esistenza, hanno scelto di azzerare la vita, tornando alle passioni ed ai sogni giovanili.
Così Adriana, dopo aver percorso una brillante carriera nel mondo dell’'amministrazione fiscale e aziendale, ha deciso di "tornare bambina" per dedicarsi all’'arte. Dunque racconta di come, da giovane, usasse persino i trucchi per disegnare e, soprattutto, di quanto amasse guardare oltre alle cose e, in particolare, alle persone. Senza invadenza, con discrezione e tatto.
La sua predilezione per l’'aspetto psicologico della vita, il fascino dei numeri e della cultura ebraica nonché del mondo mediterraneo, sono stati alcuni tra gli elementi fondamentali della sua progressiva “fuga” verso l’'Arte.
Dapprima un’'evasione, poi la libertà affrancandosi dalla normalità ed infine il movimento, lo spostamento ed il viaggio. Alla fatidica domanda “E poi?” preferisce non rispondere. Non serve, non ha senso. Ci sarebbero comunque migliaia di “E poi?” ai quali rispondere anche nel corso di una vita presumibilmente “normale”.
In un certo senso chi intraprende scelte così radicali ha il coraggio di incarnare le paure altrui: chi teme di perdere qualcosa, in fondo, è terrorizzato dal comportamento di chi sa rinunciare all’'apparenza di una vita presumibilmente serena e senza preoccupazioni.
La persona libera non cerca né alibi né giustificazioni. Accade spesso, tuttavia, che siano gli altri a chiedere spiegazioni al riguardo: non sempre è facile convincere gli scettici. E’ vero che per moltissimi artisti non si può “vivere” di arte, spesso è persino impossibile “sopravvivere”, ma di certo l’arte aiuta a vivere, talvolta anche meglio di quanto si creda.
Allora subentra una sorta di “egosimo percettivo”: noi stessi dobbiamo essere i primi a sentirci soddisfatti delle nostre opere, intese in senso ampio, sociale, umano e non solo artistico o tecnico. Adriana non ama la gelosia conoscitiva di chi vorrebbe portarsi nella tomba il proprio mestiere e le proprie abilità.
Crede, anzi, nei maestri, nei saggi che desiderano individuare i talenti e trasmettere il testimone affinché la staffetta della vita continui davvero. Crede, insomma, negli angeli che non ci dovrebbero abbandonare mai perché, non essendo parte di questo mondo terreno, non hanno interessi economici, ambizioni, secondi fini.
Oggi Adriana fa l’'operatrice shiatsu e thetahealer, dona e riceve sollievo, trasmette sensazioni attraverso la pittura e la cura del corpo. E’ andata “oltre”. Ha deciso di mettersi al servizio degli altri in modo molto meno burocratico e molto più metafisico.
Ma ora, per piacere, alzino la mano quanti spendono il denaro derivante dai propri lavori cosiddetti “normali” per trovare un attimo di innocente evasione tra la pratica dello Shiatsu e la contemplazione di un’opera d’arte.
Forse siamo molto più umani di quanto la nostra stessa società ci abbia fatto credere finora: il mondo migliore non è intorno a noi, è dentro di noi. (Fabio Ferrarini)